Nessuno ha un amore più
grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Lo
dice il Vangelo. [1]
Non sono mai stato granché religioso… Forse Peter Parker lo era, ma quando sei uno
come me, un clone sbandato e colpito da una malattia degenerativa cronica che è
diventato un rinomato assassino a pagamento… beh le chiese non sono posti che frequenti
volentieri. Eppure eccomi qui: ho letteralmente scambiato la mia vita con
quella di Peter Parker. Se le cose andranno storte, io morirò e lui vivrà. Tra
i due è lui quello che più merita di vivere.
Nessuno mi ha dato un nome e così me ne sono scelto uno io. Un tempo ero
Kaine ed ero un assassino. Oggi sono Ragno Nero e cerco di essere un eroe.
Questa potrebbe essere la mia ultima notte.
#21
Cacciati
(Parte Terza)
Di Carlo Monni
(con tanti ringraziamenti e scuse
a Yuri
N. A. Lucia)
36 Ore Prima.
1.
Qualcuno ha deciso di rovinarmi la vita: qualcuno che sa che in una vita precedente ero Kaine, un famigerato assassino a pagamento con superpoteri. Ho cercato di pagare per i miei peccati, ho avuto un’occasione di ricominciare da zero: nuovo nome, nuovo volto, nuova vita, possiamo dire. Ora qualcuno vuole portarmela via, vuole distruggermela. Non intendo permetterglielo.
Non so dove si nasconde, ma lo scoverò e pagherà per i suoi crimini. Non m’importa di quello che ha fatto a me, in fondo credo di meritare di peggio, ma ha ucciso una donna a cui tenevo, una che credevo di amare, con cui mi ero illuso di poter costruire qualcosa.
Un tempo avrei ucciso il mio nemico per questo e lo avrei fatto con qualche rimorso, forse, ma di sicuro senza troppi rimpianti. Oggi le cose sono diverse. Ci sono persone che oso chiamare amici, che mi hanno concesso la loro fiducia quando avevano mille motivi per fare diversamente. Non posso e non voglio deluderli. Non sarò mai più quello di un tempo.
Kaine è morto. Sono Ragno Nero e non cerco vendetta, ma giustizia.
Felicia
Hardy lo osserva dormire. Quando è così: calmo e rilassato, c’è molto di Peter
Parker in lui, di quell’innocenza che in Peter è sopravvissuta nonostante i
dolori che ha avuto, i pesi che ha dovuto e deve portare.
Ma
lui non è Peter o forse lo è più di quanto lui stesso pensi. Kaine, Abel
Fitzpatrick, Ragno Nero sono solo nomi: ciò che conta davvero è che è un uomo
buono che cerca di fare sempre la cosa giusta e soffre per i suoi passati
errori… e lei lo ama per questo, anche se non glielo dirà forse mai.
Sfiora
i suoi capelli con un tocco gentile di cui molti non la crederebbero capace.
Quando lui sarà sveglio sarà di nuovo la sensuale ed un po’ fatua gatta Nera,
ma ora, almeno per un po’, può essere solo Felicia e non le succede spesso.
Ecco
che si sta svegliando. Felicia si allontana rapidamente mentre lui si stira. Ci
vogliono solo pochi attimi perché sia completamente sveglio ed all’erta.
-Quanto ho
dormito?- chiede.
-Dieci o dodici
ore, direi.- gli risponde Felicia –Ne avevi bisogno, direi.-
Abel fa per dire qualcosa, poi
scuote la testa.
-Si, credo di si.-
commenta, poi si guarda e sembra rendersi conto solo ora di una cosa
-Sei stata tu a
togliermi il costume?- chiede.
-Ma certo. Lo
portavi da quanto… due giorni di fila? Non aveva un bell’odore. L’ho messo in
lavatrice… e si, prima che ti venga in mente di fare battute stupide: possiedo
una lavatrice ed ogni tanto faccio anche il bucato o credi che porti i miei
costumi da Gatta Nera in lavanderia?-
-Oh, beh… confesso
di non averci mai pensato. Ma adesso come faccio senza costume?-
-Tranquillo, ne ho
qualcuno di ricambio che avevo fatto fare per Peter. Non si sa mai che un giorno passi da queste parti e gliene
serva uno.-
-Peter è sposato,
Felicia… felicemente sposato ed ha anche una figlia.-
-Ah che noioso
moralista che sei. Chi lo sa che ci riserva il futuro? Piuttosto, prima di
indossare il nuovo costume ti consiglierei di fare una bella doccia. Magari
potremmo farla insieme. Non mi dispiacerebbe qualcuno che mi lavi la schiena ed
io potrei lavare la tua… e magari anche qualcos’altro.-
-Felicia, sei
davvero incorreggibile. In un altro momento avrei apprezzato, ma ora… ora certe
ferite sono troppo fresche perché io possa solo pensare ad un’altra donna.-
-Lo dicevo che sei
noioso. Beh vado prima io allora. I tuoi slip puoi gettarli nel cestino della
biancheria sporca. Sono certa che in qualche cassetto devo avere qualcosa che
può andar bene per te e comunque non è che ne hai bisogno con quel bel
costumino.-
-Felicia!-
Suo malgrado Abel Fitzpatrick si ritrova
quasi a sorridere, ma è una sensazione che passa presto.
Il Capitano Marcus Stone, capo
operativo dell’Unità Codice Blu della Polizia di New York, adibita al pronto
intervento contro supercriminali e affini guarda diritto negli occhi il suo
interlocutore e dice:
-Per quanto mi
riguarda, Kaine è morto. Abbiamo un cadavere che ora riposa sotto una bella
lapide proprio qui nella Grande Mela. Il caso è chiuso.-
-Ma è stato
identificato con certezza?- replica l’U.S. Marshal Sam Gerard con pacatezza.
-Non c’era rimasto
abbastanza di lui da poter identificare alcunché e del resto non avevamo nulla
per fare i confronti, visto che di comparare le impronte digitali non si poteva
parlare e non c’erano parenti con cui fare i confronti del DNA... posto che si riuscisse ad estrarlo. Lo
abbiamo visto esplodere davanti ai nostri occhi dopo essere stato colpito da
non so quanti proiettili.-
-Ok, Stone, non se
la prenda con me. Il mio compito è trovare i latitanti. Se Kaine è davvero
morto, tanto meglio per me, tutto lavoro di meno, ma se la scritta che hanno
trovato a casa della Everett significa che è ancora vivo ed è stato lui ad
ucciderla, è una pista che non posso permettermi di trascurare.-
-Si, lo capisco,
nemmeno io lo farei al suo posto, ma sono ancora convinto che sarà un
gigantesco buco nell’acqua. Le consiglio di considerare seriamente l'idea di un
depistaggio.-
-Staremo a vedere.
Grazie di avermi concesso il suo tempo, capitano.-
-Dovere mio.-
Sam Gerard esce dall’ufficio di Stone
e raggiunge la sua auto. È appena partito che una mano lo afferra alla gola.
-Continui a
guidare, agente Gerard e non si preoccupi.- dice una voce attutita da una
maschera.
Dallo specchietto retrovisore Gerard
vede solo una maschera scura e due occhi coperti da lenti a specchio.
-Chi sei e che ti fa pensare che io riesca a non
preoccuparmi con qualcuno che minaccia di strangolarmi?- chiede Gerard.
-Non è la mia
intenzione, tranquillo. Voglio solo parlare con lei. Sta cercando di scoprire
se Kaine è vivo e se le dicessi che lo è?.-
-E tu come fai a
saperlo? Come posso sapere che dici la verità? Forse sei tu il vero assassino
di Patricia Everett e stai cercando di depistarmi.-
Da dietro le sue spalle Gerard ode
una specie di risata.
-Molto divertente.
Pensi a quello che le ho detto Marshal.-
La stretta al collo si allenta e
dopo un po’ Gerard si arrischia a voltarsi. Nell’auto non c’è più nessuno. Il
suo interlocutore è sparito. Gerard non è troppo sorpreso e non perde tempo a
chiedersi come lo sconosciuto abbia fatto ad entrare ed uscire dall’auto. Si
chiede solo perché ha fatto quello che ha fatto. Quali erano i suoi scopi? Non
gli resta che scoprirlo.
2.
Il cacciatore ha atteso per ore, come ogni
buon cacciatore deve fare del resto, che la sua preda si mostrasse ed ora la
sua pazienza viene ricompensata: dal lucernario dell’appartamento di Felicia
Hardy ecco uscire il Ragno Nero e la Gatta Nera. Era solo questione di tempo
prima che succedesse, in fondo. Aveva altri posti da monitorare, ma questo era
il più facile.
Il
cacciatore controlla i suoi strumenti e le sue armi. È tutto a posto: la caccia
vera e propria può cominciare.
Xiu
Jin Go lascia che il suo mentore Feng Shedong entri nel suo ufficio, è l’unico
autorizzato a farlo senza nemmeno bussare. Il giovane sa molto bene che è
merito suo se ora è di nuovo a capo della sezione di New York della Tong dei
Jong e la gratitudine non è un sentimento da ignorare per uno come lui.
-Che cosa c’è?- chiede.
-Notizie sui russi. Pare che sia in corso una
specie di assalto ad una villa di Brighton Beach. Secondo i nostri informatori,
nella villa c’è nientemeno che Ivan il Terribile.-
Xiu
si lascia sfuggire un sorrisetto di soddisfazione.
-Il grande capo della Mafia Russa in persona?
Molto bene. Se lo faranno fuori sarà un concorrente temibile di meno. Lasciamo
pure che altri facciano il lavoro sporco per noi.-
-Ho saputo che sarebbero coinvolti individui
mascherati, ma non so dire chi siano.- aggiunge Feng.[2]
-E quando non sono coinvolti buffoni in costume
in questa città? Il che mi ricorda che ti avevo chiesto di provvedere al ragno
nero ed alla sua compagna.-
È quello che ho fatto. In questo momento
l’agente selezionato dovrebbe essere già arrivato da Hong Kong ed essere già
sulle loro tracce.-
-Mi fido di te, Feng.
-ed io non la deluderò.- replica Feng con un
leggero inchino.
Quando
Paul Ravel torna in albergo dal ristorante, ed accende la luce, la prima cosa
che vede è il suo assistente Freedland su una poltrona: le gambe e le braccia penzolanti
lo fanno somigliare ad una marionetta a cui abbiano tagliato i fili, la sua
testa è girata di circa 90 gradi.
-Carino, vero?- dice una voce alle sue
spalle, poi due robuste braccia lo afferrano al collo.
-Chi sei? Cosa vuoi?- riesce a chiedere Ravel.
-Non certo un amico.- risponde l’altro
–Quanto a cosa voglio, prova ad indovinare?-
-Hai ucciso Freedland… ed hai anche ucciso Kirkpatrick[3] e
Cindy Delgado.-[4]
-ma che bravo. Capisci le cose al volo.-
-Perché… perché lo hai fatto?-
-Ammirevole: stai per morire e non smetti di
fare domande. È quasi un peccato doverti uccidere.-
-E allora non farlo. Spiegami perché…-
-Cloni. I Mercury Labs si stavano dedicando
alla clonazione umana. Un tantino illegale, non trovi? Non che ti sia mai
importato più di tanto, lo so. Hanno rubato il lavoro di un altro per riuscirci
ed io odio i ladri. Potresti dire che se sono qui è tutta colpa di un ladro. A
farla breve, i fratelli Tannhill volevano creare cloni in serie di… un certo
personaggio mascherato e la cosa non mi andava bene. Per quanto mi riguarda,
tre cloni sono stati sufficienti e due sono pure di troppo. Per questo mi sto
dando da fare per rendere difficile la vita ad almeno uno di loro… ma questo a
te non deve interessare.-
-Aspetta… il mio consorzio non ne sapeva
nulla, i Tannhill avevano tenuto all’oscuro anche noi. Avevo già deciso di
tornare a New Orleans e chiudere la faccenda.-
-Oh ci tornerai… ma non credo che al tuo
consorzio piacerà come.-
-Dicevi che era un peccato uccidermi.-
-Ho detto che era quasi un peccato.- il suono
secco delle vertebre che si spezzano copre quasi le ultime parole
dell’assassino –Purtroppo è una necessità.-
Il
corpo dell’uomo che si fa chiamare Paul Ravel scivola sul prezioso tappeto che
orna il pavimento del vestibolo della sua camera.
L’assassino
si guarda intorno. L’atto che ha compiuto non gli ha causato la minima
emozione, sembra.
-Ora pensiamo al Ragno Nero.- borbotta tra se
in tono allegro.
3.
L’uomo
chiamato Ragno Nero si muove di tetto in tetto appeso ad un sottile filo di
ragnatela sintetica. Non lo confesserebbe mai apertamente, ma la cosa lo
esalta. Si sente nato per questa vita ed ha meno scrupoli di Peter Parker a
dedicarvisi. Forse dipende dal fatto che, diversamente da Peter, lui è solo e
non ha legami, fatto che la giovane donna dai capelli così platinati da
sembrare bianchi, avvolta in un aderentissimo costume nero-bluastro e con una
mascherina a coprirle metà del volto, probabilmente contesterebbe.
-Calmati un po’.- gli urla –Sto facendo
fatica a starti dietro.-
-Ho i miei ritmi, Felicia.- ribatte lui –Se
non ti stanno bene, torna pure a casa.-
-Negriero.-
Suo
malgrado ragno nero sorride sotto la maschera. Capisce sempre di più cosa ci trovasse
in lei Peter, anche se non è proprio sicuro che fosse davvero amore e non
passione animale. Una donna così sarebbe una compagna migliore più per uno come
lui che per un moralista come Peter. Questa considerazione gli fa ricordare
quello che loro due hanno fatto insieme meno di tre giorni fa sopra la
scrivania di Felicia e si sente prendere dal senso di colpa per il tradimento
nei confronti di Patricia Everett solo poche ore prima che venisse assassinata.
Forse non è poi così diverso dal suo “gemello”, dopotutto.
Evidenziando
il fiatone la Gatta Nera gli chiede:
-Hai almeno idea di dove stiamo andando?-
-Te l’ho già detto.- ribatte Abel –Voglio
controllare tutti i vecchi covi dello Sciacallo. È possibile che sia tornato a
nascondersi lì.-
-E se non ci fosse? E se non fosse lui il
responsabile?-
-Allora io…-
DUM
Ragno
Nero non finisce la frase: sente un grido strozzato e vede la gatta Nera
precipitare al suolo.
-Felicia!- urla.
DUM DUM
Istintivamente
sta per lanciare una ragnatela, poi si ricorda di un altro tempo, di un altro
aracnide umano, di una ragazza che stava cadendo, di una tela che le afferrava
la caviglie poi un suono secco. Lui non era là quel giorno: è “nato” qualche
mese più tardi, eppure quel suono non cessa di perseguitarlo ed è sicuro che è
lo stesso per Peter Parker e Ben Reilly.
Cambia strategia e si
lascia cadere. Può farcela a raggiungerla prima che tocchi il suolo, deve
farcela, ce la farà.
DUM DUM DUM
Afferra
la Gatta Nera per la vita e lancia un’altra ragnatela verso un vicino comignolo
interrompendo la caduta. Compie un paio di giri per perdere velocità e poi
lascia che la forza d’inerzia li porti su un vicino tetto mentre fa scudo a
Felicia Hardy col suo stesso corpo.
Ha
fatto atterraggi migliori. Se non altro è finito sulla sua parte più morbida e
sono entrambi vivi… o almeno spera che sia così.
-Felicia!- grida ancora una volta, mentre le
passa una mano sul viso –Rispondimi.-
È
viva, grazie al Cielo. Il suo respiro è regolare, dorme. È stata drogata, ma
come?. Un veloce esame rivela un sottile dardo sul collo.
Un
dardo? Non è una delle armi tipiche dello Sciacallo, ma allora chi?
DUM DUM DUM DUM
Quel
rumore di tamburi sta diventando
assordante, gli impedisce di concentrarsi, di pensare chiaramente. Aspetta… ha
detto tamburi? Tamburi... come nella jungla? No, non lui. Non adesso,… non…
Il
suo senso di ragno sta urlando ma lui se ne accorge troppo tardi: una rete cala
dall’alto e lo imprigiona., prova a strapparla, ma non ci riesce: è forte,
forse troppo forte per lui. No, deve allontanare questi pensieri, deve…
Una
figura balza sul tetto mentre i tamburi continuano a rullare. È proprio lui,
pensa Ragno Nero: Kraven il Cacciatore. No… Kraven è morto suicida questo è suo
figlio. Com’è che si chiama? Vladimir? No, no: Vladimir era il Tetro Cacciatore
ed è morto, lo sa, è stato lui ad ucciderlo in un’altra vita.[5] Si
chiama… si chiama...
-Alyosha.- mormora.
-Bravo, Ragno.- ribatte lui con tono
divertito –Conosci il mio nome. Se ti va, puoi chiamarmi Al.-
Grandioso,
un avversario che cita Paul Simon.[6]
Almeno ha dei buoni gusti musicali.
-Cosa vuoi, Kraven Junior?- chiede Ragno Nero
mentre cerca di ignorare i tamburi e liberarsi dalla rete.
-Oh le solite cose.- risponde Alyosha
Kravinov –Sai: il brivido della caccia, la preda umana, cose così. –
Mentre
parla solleva un’arma e Ragno Nero si sente improvvisamente preda di un atavico
terrore. Altri ricordi, ricordi che non sono veramente suoi, che appartengono e
coinvolgono altre persone, ma che sono vividi come se li avesse vissuti lui
stesso. Una notte di pioggia, uno sparo, due settimane in una tomba… due
settimane in una tomba. Cosa sta cantilenando Kraven?
-Ragno, Ragno Nero bruciante di luce…-
-Aspetta!- grida Abel Fitzpatrick –Non
vorrai….-
Poi
arriva il buio.
L’uomo
che entra nell’ufficio di Xiu Jin Go è alto ed è anche molto giovane. Indossa
calzoni attillati neri ed un giubbotto di pelle come un motociclista, porta i
capelli neri lunghi ma non troppo e sul volto, indiscutibilmente cinese, anche
se con qualcosa di indefinibile, ha baffetti radi e la mosca al mento. Non avrà
più di vent’anni, pensa Xiu, come può essere un killer così abile e spietato
come dice Feng?
-Dunque tu saresti il… risolutore mandatoci
dai nostri confratelli di Hong Kong?-
-Puoi chiamarmi Ombra Mobile, se ti serve un
nome.- ribatte l’altro senza mostrare nemmeno un briciolo di deferenza.
-Dong Yingzi?- ripete Xiu nella sua lingua
–Un nome impegnativo. Ne sei all’altezza?-
-Lo vedrai.- è la risposta venata di un
percepibile disprezzo.
Un
attimo dopo c’è una vera esplosione di violenza. Il giovane si muove con
incredibile velocità. In pochi attimi, con mosse che avrebbero fatto sembrare
Bruce Lee e Jackie Chan dei dilettanti, abbatte tutte le guardie del corpo
presenti e salta sulla scrivania fermando il palmo della mano a pochi
millimetri dalla giugulare di Xiu.
-Se sei vivo, è solo perché io non ho voluto
ucciderti.- proclama.
-Im… impressionante.- Xiu si rende conto di
non aver quasi respirato negli ultimi 10 secondi. Le parole quasi gli escono a
fatica.
-Ora dimmi chi vorresti che uccida.-
-Un cosiddetto supereroe. Si fa chiamare
Ragno Nero:ha gli stessi poteri dell’Uomo Ragno, pare, e probabilmente sono
anche legati in qualche modo, ma questo non deve interessarti... a meno che
l’Uomo Ragno non interferisca nel tuo compito, ovviamente.-
-Nel qual caso?-
-Uccidi anche lui, ovviamente.-
-Se accadrà, consideralo un bonus. . Sarebbe
intrigante uccidere due ragni umani, abbastanza da farmi accontentare
dell’onorario per l’uccisione di uno solo.-
-A questo proposito…- interviene Feng -… metà
dell’onorario richiesto è già stato indicato nella banca da te indicata.
L’altra metà lo sarà quando ci porterai la prova di aver assolto al tuo incarico.-
-C’è un altro bersaglio.- continua Xiu -È una
donna. Si fa chiamare la Gatta Nera. La si è vista spesso in compagnia di Ragno
Nero. Forse è la sua amante, ma questo non ha importanza. Deve morire anche lei
ed anche per lei avrai la giusta ricompensa.-
-Due prede interessanti. Comincio subito la
mia caccia.-
-Sembri molto sicuro di riuscire a trovarli.-
commenta Xiu. -Come vuoi fare?-
-Li troverò e li ucciderò. A te deve
interessare solo questo.-
Pronunciate
queste parole, il giovane che si fa chiamare Ombra Mobile esce dalla stanza.
-Maledetto arrogante.- esclama Xiu quando è
uscito –Chi si crede di essere?-
-Solo il miglior Killer tra qui e la Cina
Continentale.- risponde Feng.
-Ma chi è veramente?-
-La sua origine è avvolta nel mistero. È
apparso poco più di un anno fa ed in breve si è fatto conoscere come killer
imbattibile ed inesorabile. Non è affiliato a nessuna Tong, per quanto se ne
sa, ma concede i suoi servigi al miglior offerente.-
-Questo è… molto irregolare.-
-Può darsi, ma finché fa il suo lavoro e lo
fa bene, ha molta importanza?-
-Non molta.- conviene Xiu.
Sono
ricominciate, pensa il detective Quentin Chase di Midtown Nord mentre guarda i
paramedici portar via l’ultimo cadavere. Per diverso tempo il sanguinario
vigilante che si fa chiamare il Demone se ne è stato quieto, ma le uccisioni di
criminali delle ultime due notti portano chiaramente la sua firma. Che sta
diventando questa città? Pensa Chase: è davvero il posto in cui vorrebbe che
sua figlia diventasse grande? Sta davvero diventando cinico: la situazione è
molto migliorata da quando era un semplice agente, la media dei crimini si è
abbassata e parecchio. Ma questo a gente come il Demone non basta: i soli
criminali che gli interessano sono quelli che può uccidere. Non è atro che un
serial killer con bersagli particolari. Alcuni suoi colleghi simpatizzano
perfino con lui, ma non Chase. Sta
perfino meditando di chiedere ai suoi superiori di far intervenire l’Unità di
Analisi Comportamentale del F.B.I. Forse loro potrebbero dare una mano a stanarlo.
-Non ci si abitua mai, vero?-
A
parlare è stato un uomo di colore non più giovane. Chase lo riconosce: si
chiama William Somerset ed è un investigatore della Procura Distrettuale di
Manhattan. È stato incaricato di coordinare le indagini sul Demone, non che ci
sia molto da coordinare allo stato attuale dei fatti.
-Ho visto abbastanza morti in più di
trent’anni di questo lavoro e sono ben contento di essere vicino alla
pensione.- continua Somerset –Prima però, mi piacerebbe poter mettere il sale
sulla coda a questo figlio di buona donna.-
-Mi ricordo di lei.- dice Quentin Chase –ha
dato la caccia al Punitore.-
-Come molti altri e con lo stesso scarso
successo. Ma questo… Demone è molto diverso dal Punitore. Frank Castle non
uccide quelli che considera innocenti, per questo esaltato, invece, non
esistono innocenti.-
Amara
verità, pensa il giovane detective, ma questo lo rende ancora più determinato a
prenderlo.
4.
Precipito nel buio, le tenebre della tomba?
No… non di nuovo. No… non sono stato io ad essere stato sepolto vivo, è stato
Peter, quelli sono i suoi ricordi, non i miei e
quello era il Kraven originale, non suo figlio ed io…io… cosa mi sta
scivolando sulla maschera? Sangue? No… non è sangue, è acqua, sta piovendo.
Se sento la pioggia sulla mia maschera vuol
dire che sono ancora vivo. Kraven non mi ha ucciso. Deve avermi sparato un
tranquillante, ma perché? Perché non mi ha ucciso quando poteva? Qual è il suo
gioco?
Con una certa fatica
Ragno Nero si alza in piedi. Accanto a lui si sta alzando anche la Gatta Nera.
In piedi davanti a loro Alyosha Kravinov.
-Perché non mi hai ucciso?- chiede Ragno
Nero.
-Perché non sono un comune assassino.-
risponde Kraven Junior –Quello che voglio è la caccia.-
-Ti illudi se pensi che starò al tuo gioco.-
Ragno Nero salta
contro Kraven, ma i suoi riflessi sono ancora lenti ed il figlio del Cacciatore
lo respinge senza troppa fatica
-Perché?- chiede la Gatta Nera –Perché
ci vuoi dare la caccia. È solo un gioco
per te o te l’ha chiesto qualcuno?-
-Una domanda intelligente, finalmente.-
replica Kraven –Ha davvero importanza. il perché? Conta la caccia. Tu puoi
andartene, donna, non sei tu la mia preda, ma il Ragno.-
-Io… io resto con lui, non lo abbandonerò.-
Un
sorriso increspa le labbra del giovane cacciatore.
-Ben detto. Ho sempre ammirato la lealtà. Che
la caccia cominci dunque. Guardati le spalle Ragno Nero: quando meno te lo
aspetterai, io sarò là.-
Detto
questo Kraven salta oltre il bordo del tetto in cui si trovano.
-Aspetta!- urla Ragno Nero, ma quando riesce
ad arrivare al bordo del tetto il Cacciatore è già scomparso.
-Accidenti a lui.- esclama –Non avevo proprio
bisogno di un altro pazzoide a darmi la caccia.-
-Che farai?- chiede la Gatta.
-Starò attento, che altro posso fare?-
replica lui –Come se non avessi abbastanza psicopatici che vogliono farmi la
pelle di questi tempi.-
-Pensi sempre allo Sciacallo?-
-È ora di scoprire se è ancora vivo e se Kraven
Junior si farà vedere, beh ci penserò quando accadrà.-
Sopra
le loro teste qualcuno li osserva. Sperava che Kraven avrebbe sistemato Ragno,
Nero subito, ma quell’idiota ha lo stesso stupido senso dell’onore di suo
padre. Oh beh…magari una caccia prolungata sarà più divertente. Intanto lui si
godrà lo spettacolo.
5.
L’uomo
che chiamano Ombra Mobile si muove rapido. Quale che sia il suo vero nome (e
non è detto che non sia davvero questo),
non c’è dubbio che quello che usa sia ben guadagnato. Con le ombre sa
confondersi benissimo e sa come trovare ed estorcere le risposte che gli
servono.
Alla
fine, basandosi sugli avvistamenti di Ragno Nero, è sicuro di essere riuscito a
ricostruire i suoi movimenti. Se ha pazienza prima o poi lo avvisterà. La pazienza
non è la sua virtù migliore, ma sa comunque esercitarla quando occorre.
E
finalmente la sua pazienza viene ricompensata.
Il
Tenente Terenzio Oliver Rucker guarda fuori dalla finestra la pioggia che
scorre e si chiede se ha davvero fatto la scelta giusta proteggendo la vera
identità di Ragno Nero. La sua etica di poliziotto gli imporrebbe di rivelare
che lui è Kaine, il famoso superkiller, che non è morto come tutti credono,
tutti, tranne, forse, quell’instancabile mastino di Sam Gerard. Ma Kaine è davvero
morto si può dire: l’uomo sotto la maschera di Ragno Nero è una persona diversa
ormai ed ha meritato la sua seconda occasione.
Rucker
vorrebbe che la vita fosse meno complicata, ma è chiedere troppo.
-Tenente, il capo la vuole nel suo ufficio.
Ci
mancava anche questo adesso a rendere le cose più complicate, pensa Rucker. Si
affretta verso l’ufficio imprecando a mezza voce, poi, dopo cinque minuti esce
di corsa e chiama a raccolta i suoi
uomini. C'è un lavoro da fare e non c'è tempo da perdere.
Ragno
Nero comincia ad essere frustrato: è il terzo rifugio dello Sciacallo che
perquisisce, ma sono tutti desolantemente vuoti ed abbandonati. Forse ha
sbagliato tutto, forse non è lo sciacallo il suo vero nemico, ma chi altri tra
i suoi vecchi nemici potrebbe sospettare che lui è l'assassino a pagamento
chiamato Kaine? Se esclude Peter, Ben e Felicia, solo lo Sciacallo sapeva che
lui è un clone dell’originale Uomo Ragno. No: aspetta. C’era un altro, ma…
I
suoi pensieri non proseguono: una visione lo colpisce con un flash improvviso e
lui si porta le mani alle tempie:
La Gatta Nera a terra immersa in un lago di
sangue. Una figura nell’ombra che ride sadicamente. Chi è? Non riesco a
vederlo, ma lo conosco, lo so.
La visione cessa e
lui ha la sensazione di aver gridato. Sente il tocco di Felicia sul suo braccio
e quasi l’allontana sgarbatamente.
-Che ti è successo?- chiede la Gatta –Una
delle tue… premonizioni?-
-Si.- ammette lui –Una bizzarra variante del senso
di ragno –Sono quasi cessate dopo che sono… guarito, ma ogni tanto ritornano.-
-E... cosa hai visto?-
Abel
esita. Le sue visioni sono presagi di un possibile futuro, ma quel futuro può
essere cambiato, l’ha già visto succedere. Forse se avverte Felicia lei sarà
pronta e potrà salvarsi
Sta
per parlare quando avverte alla base della nuca un familiare formicolio. Il
senso di ragno tradizionale è entrato in azione e lo sta avvertendo di un
pericolo imminente, ma dove?-
Forse
è perché è ancora scosso dalla visione di poco prima o forse il suo nemico è
troppo rapido per i suoi tempi di reazione, fatto sta Ragno Nero si ritrova la
gola serrata in una morsa.
6.
I
Giapponesi la chiamano kyoketsu-shugi: corda coltello. Ragno Nero ne ha sentito
parlare nei suoi anni di vagabondaggio. Nelle mani dell’uomo giusto è
praticamente invincibile: la corda ti serra e ti attira implacabilmente verso
una lama in attesa. Beh il suo avversario ha fatto i conti senza la forza di
Ragno. Ripensandoci: forse l’ha fatto, perché per quanto ci provi, lui non
riesce a spezzare il filo che gli cinge il collo mentre si trova spinto
indietro. Con uno sforzo riesce a girarsi ed a fissare il suo avversario: un
giovane cinese vestito di nero.
Ragno
Nero afferra la corda e tenta di contrastare la spinta che lo porta verso
l’arma del suo nemico, ma riesce solo a rallentarla.
La
Gatta Nera balza verso il cinese, ma questi le sferra un rapido calcio
mandandola distesa sul selciato.
Chiunque sia questo
tizio, è uno in gamba, deve ammetterlo, ma ora basta. Sfruttando il suo potere
adesivo Ragno Nero punta i piedi e tira. Stavolta è il suo avversario ad essere
sbilanciato ed a trovarsi attirato verso
di lui. Ragno Nero si prepara a colpirlo con un destro.
-Dì ciao, ciao, bello.- gli dice. Il Peter
Parker che è in lui ha ancora il gusto delle spiritosaggini gratuite,
Il
pugno non arriva mai a segno. Il suo avversario lascia di colpo la corda,
sbilanciandolo e quindi fa una capriola che lo porta alle sue spalle.
-Ma cosa...?-
Ombra
Mobile lo colpisce di taglio con la mano proprio mentre si gira e poi gli
sferra un calcio alla mascella.
Ci
mancava un altro Maestro del Kung Fu, pensa Ragno Nero, come se non ne avesse
avuto più che abbastanza del Dragone Bianco l’altro giorno.
-Sei un altro sicario di quel tipo dei Jong…
Xiu, giusto?- gli dice mentre evita un altro calcio –Sta diventando una
faccenda monotona.-
L’altro
non si prende la briga di rispondergli, non a parole almeno. Benedetto senso di
ragno che gli permette di anticipare le sue mosse. Di poco, però, il ragazzo è
dannatamente veloce ed è fin troppo in gamba. Prima lo ha chiamato Maestro del
Kung Fu ed è esattamente quello che è: un maestro. Ne ha conosciuto solo un
altro che sapesse fare le stesse cose… o meglio: lo ha conosciuto Peter e lui
ne condivide i ricordi, ma questo non è Shang Chi, anche se gli somiglia in
molte cose.
-Chi diavolo sei? Ce l’hai un nome?- gli
chiede.
-Puoi chiamarmi Ombra Mobile.- risponde il
giovane.
-Ho sentito nomi peggiori… e migliori, a dire
il vero.-
In
quel momento la gatta Nera, che nel frattempo si è ripresa, gli si lancia
contro. Ombra Mobile si gira di scatto e la colpisce col taglio della mano… o
almeno è quello che vorrebbe fare, sennonché il colpo va a vuoto.
-Ho sbagliato? Non è possibile.- esclama il
cinese.
-Succedono cose strane quando una gatta Nera
ti attraversa la strada, non lo sapevi?- ribatte Felicia sorridendo.
Ombra
Mobile cerca di sferrarle un calcio, ma perde l’equilibrio e cade a terra.
-Visto? Che ti avevo detto?-
Ragno
Nero ne approfitta per sferrargli un calcio al mento e tenerlo al suolo, quindi
rivolge il suo sguardo alla sua compagna dicendole:
-Vattene Felicia Questo è un tipo tosto e
questa non è la tua battaglia. Non sopporterei se anche tu dovessi soffrire per
colpa mia.-
-Credo che tu
sordo o stupido, mio caro.- ribatte la Gatta Nera piccata –Ho detto che
sarei rimasta al tuo fianco fino alla fine ed è quel che farò. Possono dire
quello che vogliono di me, ma non che abbandono gli amici e farai meglio a
ficcartelo in quella testaccia dura.-
L’uomo
che ora si fa chiamare Abel Fitzpatrick esita, poi dice:
-Grazie Felicia, spero che non te ne
pentirai.-
In
quel momento il loro avversario si rialza.
-Non avrai creduto davvero che un colpo
simile potesse abbattermi?.- dice –Sono stato incaricato di ucciderti ed è quel
che farò. Avresti dovuto fuggire finche ne avevi l’occasione… non che ti
sarebbe servito-
-.Non sono il tipo che scappa.- replica Ragno
Nero -Sono pronto per vedermela con te.-
-E la tua donna?-
-Non è la mia donna e non interferirà col
nostro scontro.-
-Ehi!- sbotta Felicia –Chi ti ha autorizzato
a parlare a nome mio? Ho detto che questa è anche la mia lotta o non hai capito
bene?-
-Poco importa.- ribatte Ombra Mobile –Ho
promesso di portare anche la tua testa.-
-Quand’è così… beccati questo.-
Il
calcio della Gatta Nera non arriva inaspettato, eppure colpisce il cinese in
pieno volto. Ombra Mobile non è stato abbastanza svelto, ma come è possibile?
Si chiede? Eppure i suoi riflessi sono affinati da anni di allenamento: è stato
addestrato per essere il migliore, non può fallire.
Si
pulisce il labbro dal sangue e salta lanciando un urlo di battaglia. Ragno Nero
attiva contemporaneamente entrambi i suoi lanciaragnatele, ma l’avversario
evita agilmente gli spruzzi prima che si solidifichino, con un’agilità
straordinaria perfino per uno abituato a certe cose come Abel.
-Sei in gamba. Conosco le tue mosse: sicuro
di non aver mai conosciuto un certo Shang Chi?-
-Non… parlarmi… di… lui!- urla Ombra Mobile
sferrando un colpo che manca la testa di Ragno Nero di un soffio e prende un
comignolo abbattendolo.
-Ho toccato un nervo sensibile? Tranquillo:
nessuno potrebbe mai dubitare che le tue sono proprio le mani mortali del kung
fu.-
Continua
così, si dice Ragno Nero, distrailo con le battute, proprio come farebbe
Parker. Tieni sotto controllo la tua rabbia, l’impulso di afferrargli il collo
e torcerglielo, sentire lo snap delle vertebre che si spezzano. Hai giurato che
non avresti più ucciso… ma non hai giurato di non fargli molto male, dopotutto.
Per
quanto il suo avversario sia rapido, non può avere i riflessi e la velocità di
chi ha la forza proporzionale a quella di un ragno ed un senso speciale che lo
avverte del pericolo. Peter Parker e perfino quello smidollato di Ben Reilly
sarebbero riluttanti ad usare il loro potere in maniera aggressiva, ma lui ha
meno scrupoli. Attacca con tutto quello
che ha per rendersi conto una volta di più che il suo avversario è dannatamente
in gamba nel corpo a corpo. Potrebbero continuare finché uno dei due non si
stanca e per sua fortuna è più probabile che sia il cinese.
Poi
Ombra mobile si blocca di colpo e cade in avanti. Alle sue spalle la Gatta
Nera, con in mano un tubo di ferro.
-Non sarà stato leale.- dice Felicia sorridendo
–Ma non ho mai detto di esserlo.-
-Non mi lamenterò di certo.- replica Abel.
-Stai bene?-
-Sono stato meglio. Come ho detto era uno
tosto. Poteva battermi, ma ha commesso l’errore di dimenticarsi che eravamo in
due.-
-Ed io sono una donna che odia essere
dimenticata.-
Sotto
la maschera Ragno Nero sorride, poi, con rapide mosse, usa la sua ragnatela per
intrappolare l’avversario in un bozzolo.
-Non credo che sarà capace di liberarsi.
Almeno per un’ora dovrebbe starsene buono.-
-E adesso che vuoi fare?-
-Portare la guerra a casa del nemico.-
Lo
chiamano Kuro Neko, un nome che significa Gatto Nero e del felino ha le movenze
aggraziate, quasi femminili, un’ambiguità con cui ha spesso giocato e talvolta
usato per confondere i suoi avversari. Un killer a pagamento dovrebbe essere
abituato ad essere solo, a non avere amici, amori, una famiglia. Lui aveva una
famiglia, ma quella famiglia l’ha rinnegato: uno dei suoi fratelli ha ordinato
la sua morte ed un altro era fin troppo ansioso di eseguire la condanna. Solo
poco tempo fa è scampato a malapena ad uno scontro con lui ed è stato fortunato
Aka Kura è un guerriero abile quanto lui, forse di più. Da allora non lo ha più
visto o sentito, ma sa che è da qualche parte pronto a colpirlo quando meno se
lo aspetta.
Sotto molti punti di
vista è un morto che cammina, forse dovrebbe accettare il suo fato o magari
fare seppuku[7] come i suoi nobili
antenati quando erano travolti dalla vergogna, ma non è ancora pronto a morire.
Il destino ha fatto di lui un ronin, un samurai senza padrone e deve seguire
fino in fondo il sentiero tracciato per lui quale che sia la sorte che lo
attende alla sua fine.
Il fragore di vetri
infranti scuote la quiete di Xiu Jin Go mentre parla con i suoi sottoposti:
Ragno Nero e la Gatta Nera sono entrati senza farsi annunciare.
-Ma cosa…?- esclama il capobanda cinese.
Ragno
Nero si fa avanti scostando malamente
due sgherri e senza nemmeno curarsi di loro afferra Xiu per il bavero della
giacca attirandolo a se,
-Ti avevo avvertito.- gli dice con voce secca
–Ti avevo detto di lasciarmi in pace, ma non hai voluto ascoltarmi.-
Il
senso di ragno lo avverte di un pericolo alle sue spalle. Senza nemmeno
voltarsi, sferra una gomitata ad uno sgherro che gli stava puntando contro una
pistola, poi torna a rivolgersi a Xiu:
–Forse mi credi uno di quegli eroi tutto d’un
pezzo che non calpesterebbero nemmeno una formica, beh, ti sbagli: io non sono
così: io sono cattivo e stai per imparare quanto.-
Gli serra la mano
destra in una morsa finché non sente il rumore di ossa che si spezzano, mentre
Xiu urla.
Alle sue spalle sente
due spari e si volta per vedere due uomini a terra e la Gatta Nera che sorride.
-Volevano spararmi e mi hanno mancato
sparandosi a vicenda. Che brutta cosa, vero?-
-Bruttissima.- replica Ragno Nero –Bene ora
facciamo un po’ di danni a questo posto.-
Feng
Shedong si avvicina al suo capo, che sta tenendosi la mano spezzata.
-Che volete fare?- chiede.
-Curioso che tu lo chieda.-
Ragno
nero sembra concentrarsi, poi sferra un colpo contro la scrivania di quercia
che si spezza in due.
-L’ho visto in un film di kung fu e funziona
pare… o forse non fanno più i mobili come una volta., chissà?-
-Non ci sono più gli artigiani di un tempo,
lo dicono tutti.- commenta la Gatta Nera. Davanti a lei uno degli uomini di Xiu
cerca di alzarsi. Felicia allunga una gamba e l’uomo vi inciampa,
rotolando di nuovo a terra per sbattere poi
la testa contro un muro.
-Avrebbe dovuto guardare dove metteva i
piedi.-
Nel
frattempo Ragno Nero si è avvicinato alla parete dietro la scrivania per
trovarsi di fronte ad una cassaforte a muro.
-Chissà quale sarà la combinazione? – si
chiede ad alta voce –Che importa? Ne faremo a meno.-
Con un gesto deciso
svelle il portello dalla parete.
-Uhm… un bel po’ di soldi. Non ti fidi delle
banche Xiu? Beh Credo che li prenderò io. Tu sei un tipo generoso, giusto? E
scommetto che erano la tua offerta mensile per i poveri, non ti dispiace se mi
occupo io della consegna, vero?- Ragno Nero afferra un bel po’ di mazzette di
banconote che passa alla Gatta Nera, poi osserva qualcosa –Ma cosa abbiamo qui?
Registri? In quest’era informatica tieni ancora registri cartacei? Ho un amico
poliziotto a cui potrebbe interessare leggere questa roba, sai?
-Tu non…- comincia a dire Feng.
-Stai per dire che non posso portarli via?
Ok, è un furto. Denunciami alla Polizia, dovrebbe essere qui tra poco, credo.-
Il
rumore di sirene si ode , infatti, in sottofondo.
--No!-
Xiu
ha afferrato una pistola con la mano sana e la punta contro Ragno Nero e la
Gatta Nera. Abel si è già voltato per farvi fronte, quando qualcosa attraversa
l’aria: una lancia si pianta nel petto di Xiu, che stramazza con un grido
strozzato.
-Jin Go!- urla Feng precipitandosi al suo
fianco.
Una lancia africana.
Solo una persona avrebbe potuto lanciarla. Il contorto senso dell’onore di
Kraven Jr, lo ha spinto ad intervenire. Non riuscirò mai a capire come ragiona,
pensa Ragno Nero. Guarda Feng che sta tenendo la testa dell’ormai defunto Xiu.
Non prova pietà per lui, chissà se gli è rimasto un po’ di pietà per qualcuno
ormai?
-Andiamo, Gatta: non abbiamo altro da fare
qui.-
7.
Kraven sogghigna. Presto, molto presto, ci
affronteremo io e te, Ragno Nero, pensa. Ho osservato compiaciuto il tuo
combattimento contro colui che si fa chiamare Ombra Mobile, un avversario
degno. Non avrei mai permesso ad un comune criminale di ucciderti, però, non
sarebbe stato giusto.
Guardati
sempre le spalle, però, perché quando meno te lo aspetti mi troverai sulla tua
strada.
Fa
un altro sorriso e si dilegua nel tramonto.
I
due avventurieri mascherati contemplano il luogo dove avevano lasciato Ombra
Mobile e dove ora ci sono solo brandelli di ragnatela che sta evaporando. In
fondo Ragno Nero se lo aspettava.
-Credi che sia ancora qui intorno?- gli
chiede la Gatta.
-il mio senso di ragno non pizzica, quindi
direi di no.-
-Strano, avrei giurato che non era il tipo
che abbandona il campo facilmente. Credi che Kraven abbia ucciso anche lui?-
-Per
poi portarsi via il cadavere? Non vedo perché. Magari avrà pensato che visto
che Xiu non poteva più pagarlo non valeva più la pena di tentare di uccidermi.-
-A proposito di pagamenti, che ne facciamo di
tutti quei soldi che abbiamo preso a Xiu?-
-Domani un paio di enti di assistenza
riceveranno una cospicua donazione anonima. I registri li lascerò a Rucker,
sono certo che saprà cosa farne.-
-Non possiamo nemmeno trattenerci una
percentuale come rimborso spese e danni? Che so: il 25%?-
Ragno
Nero non può fare a meno di ridacchiare.
-Felicia, non cambi proprio mai, io…-
Non
ha tempo di aggiungere altro: il cellulare che ha inserito nella cintura
squilla improvvisamente e lui lo afferra e quello che sente all’altro capo del
filo cambia completamente le cose.
Sono fermo davanti al letto in cui Peter Parker giace in preda ad una malattia che i medici hanno chiamato Tripanosomiasi. I ricordi dei miei studi, o meglio degli studi di Parker, mi dicono che è il nome scientifico della Malattia del Sonno. Non so come lui l’ha contratta, ma so che non lo lascerò morire senza far niente. Per questo ho portato con me un apparecchietto realizzato da Reed Richard miniaturizzando quello inventato dal Dottor Destino[8] che permette di replicare la tecnologia di trasferimento mentale della razza aliena chiamata Ovoidi[9]. Tra un istante la mia coscienza sarà nel corpo malato di Peter e la sua nel mio.
Lui non è d’accordo, ovviamente, ma entrambi sappiamo bene che a parti invertite lui farebbe la stessa cosa per me. C’è una seria differenza tra noi due, però: io sono il suo clone che si è macchiato di diversi omicidi in passato e .lui… lui è un eroe. Quando si tratta di decidere chi dei due merita di morire, la scelta è facile.
Dura solo un istante ed è una sensazione strana, poi sbatto gli occhi gonfi e sono sul letto. Aghi pungono la mia pelle, ignote soluzioni scorrono nelle flebo, il ronzio degli strumenti di misurazione dei parametri vitali è sempre più lento. Davanti a me ecco me stesso in costume da Uomo Ragno
-Sei un dannato testone, K… Abel.- dice Peter con la mia voce –Andrà tutto bene, vedrai. Ci tirerò fuori da questo guaio entrambi.-
So che ci proverai, Peter, è nella tua… nella nostra natura… farlo. Che tu ci riesca o meno, non importa: ho fatto molte cose di cui ho rimorso nella mia vita troppo breve eppure dannatamente lunga. Basterà questo gesto a riscattare le colpe di cui porto il peso? Non importa, lo saprò presto, probabilmente.
EPILOGO
Oggi
È finita: il nemico è stato
sconfitto, Peter Parker è salvo e per me… per me c’è ancora speranza. Quando ci
siamo rivisti dopo il mio scontro con Swarm nei suoi panni[10] ha
provato a ringraziarmi, ma gli ho detto che non era il caso. Abbiamo parlato di
Patricia e del suo assassinio. Ha detto che sa cosa provo e so che era sincero.
Mi ha chiesto se volevo aiuto. Il solito Peter: si regge a malapena in piedi e
vorrebbe darmi una mano. Rifiuto con fermezza e lo lascio a riposare.
È preoccupato per me, lo sento, e
forse ha ragione o forse no. Dall’alto di un cornicione osservo la città dove
sono nato, una città che ora sento davvero mia. Là in fondo, tra i vicoli
sporchi, c’è un’umanità spesso dimenticata che ha bisogno di aiuto ed io sono
qui per fare tutto quello che posso a qualunque costo.
Sono Ragno Nero e sono tornato per
restare.
FINE TERZA PARTE
NOTE DELL’AUTORE
Mi
ero ripromesso di concludere tutto in tre episodi, ma non ce l’ho fatta. Sono,
però, almeno riuscito a portare Ragno Nero in concordanza cronologica con
l’Uomo Ragno ed il Ragno Rosso e non è poco.
A Kraven,
al Demone, a Kuro Neko ed al misterioso assassino di Patricia Everett saranno
dedicati i prossimi episodi. Ne basterà uno per risolvere tutto? Non vi resta
che aspettare di leggerlo per scoprirlo.
Nel
frattempo qualche stringatissima nota:
1) Se siete affezionati lettori delle serie
dell’Uomo ragno, non c’è bisogno che vi dica chi è Alyosha Sergeievitch
Kravinov, figlio illegittimo dell’originale Kraven il cacciatore di cui ha,
diciamo così, raccolto l’eredità spirituale. Ci si potrebbe chiedere se ad
Alyosha importerebbe sapere che Ragno Nero, nei panni di Kaine, è stato
l’assassino del suo fratellastro Vladimir, il Tetro Cacciatore. Io ho la
sensazione di no e voi?
2) Chi è Ombra Mobile? Perché ha deciso di
non proseguire al sua caccia al Ragno Nero? Tutte le risposte le avrete in
Marvel Knights #51. Abbiate pazienza. Per il momento vi dico solo che è stato
creato da Doug Moench & Paul Gulacy, un’accoppiata che forse a qualcuno di
voi potrebbe dire qualcosa -_^
3) Il Detective Quentin Chase del distretto
di Midtown Nord (che comprende la zona di Times Square e la 42° Strada dove c’è
l’ufficio di Luke Cage) è stato creato da Don McGregor & George Tuska in
Luke Cage Power Man #28 (In Italia su Capitan America, Corno, #106).
4) Il Detective William Somerset, investigatore
della Procura Distrettuale di Manhattan è stato introdotto da Pablo nella sua
breve gestione del Punitore MIT. Nome, fattezze e psicologia sono stati mutuati
dall’omonimo personaggio interpretato da Morgan Freeman nel film “Seven” di
David Fincher.
5) La storia della malattia di Peter Parker
e dello scambio di corpi con Abel Fitzpatrick è stata narrata su Uomo Ragno
#69/70 che vi invitiamo caldamente a leggere, se già non l’avete fatto. Che
state aspettando?
Nel prossimo episodio: qualcuno deve
fermare il vigilante pazzo Demone e pare che l’onore debba toccare alla Gatta
Nera e ad un certo Diavolo Rosso da Hell’Kitchen. Nel frattempo ragno Nero
continua la sua caccia all’assassino di Patricia Everett, Kraven continua a
dare la caccia a Ragno Nero e Sam Gerard dà la caccia ad uno spettro di nome
Kaine. Che accadrà se le loro strade si incroceranno?
Carlo
[1] Vangelo secondo Giovanni: Capitolo 15 Versetto 13. Traduzione CEI 2008.
[2] Voi, invece, potrete sapere tutto leggendo Marvel Knights #49.
[3] Nell’episodio #15 di questa serie.
[4] Nell’episodio #18.
[5] Accadde in Spider Man Vol. 1° #55 (In Italia su Uomo Ragno De Luxe #9).
[6] “You can call me Al” è una canzone di Paul Simon (già parte del famoso duo Simon & Garfunkel, ben noto a quelli della mia generazione per canzoni che ci hanno ispirato e fatto sognare) del 1986 parte dell’album “Graceland”
[7] Il suicidio rituale noto anche come harakiri
[8] In Daredevil Vol. 1° #37 (Prima edizione italiana Devil, Corno, #33).
[9] Come dettagliato in Uomo Ragno #69.
[10] Visto in Uomo Ragno #70